giovedì 7 febbraio 2013



“La mutilazione genitale femminile non ha niente a che fare con cultura, tradizione o religione. Si tratta di una tortura e di un crimine”. (Waris Dirie) 





“Stop alla Mutilazione Genitale Femminile Adesso!” Waris Dirie fa un appello.






Ogni 11 secondi, a una ragazza o a una giovane donna vengono mutilati i suoi genitali a quasi 3 milioni di bambine ogni anno, in Africa e in Asia, ma anche in Europa, Stati Uniti e Australia. Si stima che almeno 20.000 donne presentano una Mutilazione Genitale Femminile (MGF), così come che 4.000 ragazze in Germania vivono sotto questa minaccia.
Questo procedimento avviene solitamente senza anestesia e in condizioni igieniche disastrose. Forbici, lame di rasoio o schegge di vetro sono spesso usati come strumenti. Le conseguenze fisiche e mentali durano una vita intera e sono orribili: un terribile dolore durante la minzione, "congestione” dei fluidi mestruali, avvelenamento del sangue, agonia all´essere "aperte” nella notte di nozze e sofferenze inconcepibili al momento del parto.

Le modalità di questa barbarie sono di tre tipi: taglio del clitoride, asportazione delle piccole labbra, oppure l’infibulazione che ha come scopo il restringimento dell’orifizio vaginale. Lo scopo è quello di mantenere intatta la “purezza” della donna, impedendole di provare piacere sessuale.
In Egitto, ad oggi, l’85 per cento delle donne ha subito l’infibulazione. In Somalia sono il 98%. Una donna che non subisce questa pratica è dichiarata impura, non sposabile, e allontanata dalla società.
Ma adesso la chirurgia offre un'alternativa alle donne che hanno subito questa terribile amputazione. E' stato messo appunto infatti un intervento chirurgico che dovrebbe ridurre i danni.
Questa operazione serve per prendere la parte più bassa del clitoride e riportarla in superficie. Fin'ora è stata fatta a circa 3000 donne, tra le quali un terzo ha dichiarato di aver finalmente scoperto il piacere dopo l'operazione.