lunedì 18 marzo 2013


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Les fleurs du mal




I gioielli
L'adorata era nuda, e conoscendo il mio cuore, non aveva serbato che i suoi gioielli sonori, il cui ricco ornamento le dava l'aria vittoriosa che hanno, nei giorni felici, le schiave dei Mori. Quando quel mondo risplendente di metallo e di pietra getta danzando il suo vivo e capriccioso suono, mi rapisce in estasi: io amo alla follia le cose in cui suono e luce si mischiano.
Ella giaceva dunque, lasciandosi amare, e dall'alto del divano sorrideva beatamente al mio amore, che dolce e profondo come il mare, saliva a lei come verso uno scoglio. Fissando gli occhi su di me, simile a tigre mansuefatta, con aria vaga e sognante provava nuove pose, e il candore unito alla lascivia dava un incanto nuovo alle sue metamorfosi; e il suo braccio e la sua gamba, la sua coscia e le sue reni, lisci come l'olio, sinuosi come un cigno, passavano davanti ai miei occhi limpidi e sereni; e il suo ventre e i suoi seni, grappoli della mia vigna, si facevano avanti, più tentatori che gli Angeli del male, per turbare la calma della mia anima, e per allontanarla dalla roccia di cristallo ove s'era assisa. Mi sembrava di veder uniti, in un nuovo disegno, le anche di Antiope al busto d'un imberbe: tanto la sua vita risaltava sul bacino. Sul fondo fulvo e bruno della pelle il belletto era stupendo! E, poi che la lampada s'era rassegnata a morire, solo il camino illuminava la stanza: ogni volta che mandava un rosseggiante sospiro, inondava di sangue la sua pelle d'ambra.
Charles Baudelaire


Lynne O’Neill, 1950 - Burlesque dancer