sabato 6 agosto 2022

Intervista ad una Modella tatuata professionista.

   Avevo conosciuto questa ragazza di cui non faccio il nome,  e adottando gentilezza nei suoi confronti mi ero accaparrato la sua fiducia. Le ho chiesto il motivo della decisione ad iniziare la professione di modella di 'Nudo Artistico'. Dalle sue confidenze veritiere e con il suo consenso ne  avevo scritto una intervista.  

Quel manoscritto era rimasto insieme ad altri appunti  in una cartella del mio pc. Poi  ho deciso di pubblicarlo qui  nel mio blog.  

D/ Perchè la tua decisione di fare la modella di nudo?    

  - E' stata una conseguenza di  quel giorno, quando avevo creato  un disastro completo con il mio fidanzato. 
  
D/ Spiega cos'era accaduto quel giorno.   
  - Avevo diciannove anni e si avvicinava il compleanno del mio fidanzato, ho pensato di fargli cosa gradita con un regalo particolare, il book di foto mie in atteggiamenti sensuali, ma non osè. Una amica dell'università mi aveva consigliato un fotografo professionista che ho contattato per telefono.        
Il giorno dell'appuntamento nel suo studio, avevo portato dei cambi di vestiti ed ero abbastanza nervosa. Al fotografo ho spiegato il genere di foto che volevo, lui un cinquantenne di bell'aspetto si è dimostrato molto professionale.  Per farla breve,  ho posato con camicetta sbottonata e in altre con bikini abbastanza ridotto.        
Tre giorni dopo, al ritiro delle stampe, compiaciuta del risultato ottenuto, ho fatto i complimenti al fotografo e ne ho ricevuti altrettanti. Pagato il dovuto, ci siamo intrattenuti a parlare. Lui mi ha proposto di farne altre gratis, senza suo compenso, con il sottinteso di posare nuda, ma non ho accettato. Il giorno del compleanno del mio fidanzato gli ho regalato quelle foto, ma lui subito si è infuriato  gettandole in terra ed è andato via. Alle mie telefonate non rispondeva, non voleva più saperne di me. Ho passato giorni angoscianti rinchiusa in casa. I miei per sollevarmi il morale mi avevano pagato un viaggio a Londra insieme alla mia  amica più cara, e le spese di lei a carico loro.     
Quando sono tornata a Parigi ero più sconsolata di prima. In seguito il mio ex si rifatto vivo per telefono ed  ha insisto per rivedermi, ed ho ceduto.        
Mentre si stava a cena in un ristorante, lui ha ripreso il discorso di quelle foto e sono scaturiti di nuovo insulti pesanti nei miei confronti. Mi sono alzata e a voce alta  ho detto che era uno stronzo e non farsi più vedere.        
Di nuovo depressa. Lo odiavo, dentro me ribolliva la rabbia, per vendetta personale ho  ricontattato quel fotografo.        
Quando al mattino sono tornata nel suo studio fotografico,  ferma nei propositi di posare per il nudo. Ma nel momento dei primi scatti in polaroid ero irrigidita, avevo solo un foulard per coprire la parte anteriore del ventre, e lui paziente mi ha lasciato decidere se continuare o terminare. In effetti non ero pronta,  mi serviva prendere confidenza con quella persona e mi sono fatta invitare a pranzo.  Siamo andati in un bistrot,  ho spiegato il perché di quella decisione, la questione con il mio ex  e soprattutto le  titubanze, la preoccupazione di lasciare le mie foto in mani altrui. Però lui mi ha rassicurato, avrebbe continuato a scattare soltanto polaroid che avrei ricevuto in regalo.  Lo stesso pomeriggio siamo tornati nel suo studio, quando mi sono spogliata, la vergogna un po' si era annullata, ed ho ripreso a posare.  
A casa, le foto in mio possesso, con calma  ho riguardato le polaroid ed  ero compiaciuta della mia nudità.       

D/ Quel servizio fotografico ti è servito per decidere se fare la modella? 
  - Era stata solo la ripicca contro gli insulti del mio ex. Quel fotografo  mi aveva messo  a mio agio durante gli scatti  e mi sentivo valorizzata. Come già detto era un bell'uomo, sposato, un professionista serio.        
Dopo ci siamo incontrati di nuovo per prendere un aperitivo insieme. Lui ha cercato di invogliarmi ad iniziare la carriera di fotomodella, ma non ero convinta. Poi le sue insistenze per farmi conoscere  due colleghi del settore della moda che forse mi avrebbero fatto cambiare idea.  
Con uno ho fatto una sola seduta di foto, similari alle altre già  fatte.  Ma  mi sentivo a disagio, lui troppo perfezionista e frenetico.  Invece con il secondo, subito si era imbastita simpatia da ambo le parti, e con lui sono riuscita ad annullare le remore.  


D/ Quindi, in questo caso la decisione di fare la modella.
  - Con questo fotografo, fin dai primi scatti i miei tabù si erano annullati. Ero eccitata nel mostrargli spontanea il corpo nudo, più che convinta che gli piacesse, e finito il servizio fotografico sono rimasta nel suo studio fino a notte inoltrata. Abbiamo fatto sesso.        
Era un tipo particolare, trentaciquenne intrigante e stravagante, ben addentrato nell'ambiente fotografico e dell'editoria di Parigi. Lui mi ha concesso subito l'opportunità di posare per foto di moda, con indumenti intimi  per un un giornale del settore.  Poi ho posato in altre foto di nudo per dei periodici settimanali di fotografia.  

D/ Con i primi successi della nuova professione, anche un nuovo sentimento per questo fotografo? 
  - L'attrazione istantanea per un uomo che mi ha fatto sentire vanitosa del mio corpo.  Mi ero invaghita di lui e  volevo uscire dal guscio della ragazza normale, decisa a vivere quella opportunità. Dopo un mese mi sono trasferita nel suo appartamento ed ho preferito adottare un nome inglese per salvaguardare la reputazione dei miei genitori.
Abbiamo avuto  una relazione durata oltre un anno. Lui mi ha disinibita del tutto, anche a fumare spinelli e sniffare coca.  

Purtroppo, in seguito  tra noi si erano create delle incomprensioni, più che altro da parte mia, gelosia nei suoi confronti. Lui non voleva essere condizionato.  

D/ I tuoi come avevano preso la tua decisione di modella?    
  Non bene, sono persone di vecchio stampo, specialmente mio padre, avvocato abbastanza conosciuto nel campo giuridico. Rimasto deluso di me, in quanto avevo interrotto gli studi all'università per fare la modella e vivere con quel fotografo.

D/ Come vivi il tuo modo di esporre la nudità?    
  - Non ci faccio più caso a mostrarmi nuda, non sono più la puritana di quei diciannove anni. L'importante per me, che siano fotografi qualificati ed accetto sempre le loro proposte. Sono soddisfatta di quello che faccio. e lo faccio per soldi.     
Quando è finita la relazione con quel fotografo, le porte si  erano chiuse, e non volevo fare la parte della perdente che per necessità torna in casa dei  genitori. Ho dovuto cercare altri fotografi  che mi dessero lavoro,  ma non è stato facile, anche perché erano gli inizi carriera e dovevo accettare compromessi. Non tutti i fotografi adottano professionalità, in alcuni casi  devi andare a letto con loro.  Anche se demoralizzata,  mi sono fatta coraggio e sono andata avanti.      

D/ Ti è mai capitato di essere coinvolta in servizi fotografici dove si gioca sulla ambiguità di due donne?     
  - Di servizi fotografi del genere li ho fatti, anche all'inizio e li faccio tuttora. Sono solo foto, però mai ho accettato di posare in quelle di pornografia esplicita. Giocare con l'ambiguità è divertente e piacevole quando si è spregiudicati.   

D/ Perché hai scelto di trasferirti in America?  
  - In America la fotografia va alla grande. Se sei intelligente puoi ricavare notevole introito di denaro. Da sei anni vivo a New York, e quando sono arrivata qui ho cambiato nome. Ora mi sento americana, e come puoi notare,  ho scelto di farmi tatuare  diverse parti del corpo. Ormai sono una che conta nell'ambiente fotografico. Per adesso sto sfruttando il mio momento fortunato. Non ho legami seri sentimentali, non mi interessano. Quando ho voglia di fare sesso so chi cercare, anche donne.        

D/ Che consiglio daresti ad una ragazza che voglia intraprendere la carriera come la tua? 
  - Farlo se c'è convinzione. Inutile inculcarsi nella mente che lo vuoi fare per arte. La modella di nudo mostra il proprio corpo per lavoro, sapendo pure di cosa si va incontro, compreso il giudizio negativo delle persone nei tuoi confronti.  All'inizio non sono rose e fiori, non sei tu a scegliere il fotografo, bensì essere grata a chi ti contatta, e non puoi fare la schifiltosa, ogni servizio che rinunci è un'occasione persa, denaro  volato via.       
Io vivo come una nomade, la casa mi serve solo per dormire, mi sforzo di sorridere anche quando sono triste. Cerco sempre di curare il mio corpo al massimo, evitando di fare uso di sostanze stupefacenti che ti bucano il cervello. La amicizie sono sempre di passaggio, perché ti sposti in continuazione da una città all'altra. Non puoi aspirare ad avere un fidanzato o convivente, in lui insorgerebbe gelosia per il lavoro che fai, a meno che non sia uno dell'ambiente fotografico che sa come è l'andazzo, e ci si cornifica a vicenda.        
Torno a Parigi una volta l'anno, a Natale, per stare insieme ai  miei genitori, che si sono rassegnati della mia professione.  Ma non vedo l'ora di tornare qui in America.

© Questo ariticolo è tutelato da Diritti di Autore. (Paul Manner)