Non vendo mercanzie di illusioni
lunedì 25 novembre 2024
martedì 23 luglio 2024
Isola di Gunkanjima – Nagasaki, Giappone.
Un tempo il luogo più densamente popolato del mondo, quest'isola
è ora una città fantasma.
Pochi i posti al mondo hanno una storia così strana o toccante
come quella
di Gunkanjima.La piccola isola simile a una fortezza si trova appena al largo della costa di
Nagasaki. L'isola è circondata da una diga, ricoperta da edifici fitti e
completamente abbandonata: una città fantasma completamente disabitata
da più di quarant'anni.
All'inizio del 1900, Gunkanjima fu sviluppata dalla Mitsubishi Corporation, la quale credeva, giustamente, che l'isola fosse situata su un ricco giacimento di carbone sottomarino.
Per quasi i successivi cento anni, la miniera divenne più profonda e più lunga, estendendosi sotto il fondale marino per raccogliere il carbone che stava alimentando l’espansione industriale del Giappone.
Nel 1941 l’isola, con una superficie inferiore a un chilometro quadrato, produceva 400.000 tonnellate di carbone all’anno.
E molti di coloro che lavoravano pedissequamente nella miniera sottomarina erano lavoratori forzati provenienti dalla Corea.
Ancor più notevole della miniera era la città che era cresciuta attorno ad essa.
Per accogliere i minatori, sulla minuscola roccia furono costruiti complessi di appartamenti di dieci piani: un labirinto di grattacieli collegati tra loro da cortili, corridoi e scale. C'erano scuole, ristoranti e case da gioco, tutti circondati dalla diga protettiva.
L'isola divenne nota come "Midori nashi Shima", l'isola senza verde.
Sorprendentemente, verso la metà degli anni Cinquanta, ospitava quasi seimila persone, il che gli conferisce la più alta densità di popolazione che il mondo abbia mai conosciuto. E poi il carbone finì.
Mitsubishi ha chiuso la miniera, tutti se ne sono andati, e questa città insulare è stata abbandonata, lasciata ritornare alla natura.
Gli appartamenti cominciarono a crollare e per la prima volta nei cortili spogli cominciarono a crescere cose verdi. Vetri rotti e vecchi giornali volarono sulle strade. La brezza marina fischiava attraverso le finestre.
Ora, cinquant'anni dopo, l'isola è esattamente com'era subito dopo la partenza di Mitsubishi. Una città fantasma in mezzo al mare.
Fonte sito web atlasobscura
@espinas3
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